Autotune, ti sei mai chiesto a cosa serva davvero? La risposta non è quella che pensi

C’è moltissima confusione attorno all’uso dell’autotune: ecco che cos’è e, soprattutto, a che cosa serve per davvero nella musica.

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Autotune, ti sei mai chiesto a cosa serva davvero? La risposta non è quella che pensi (Spettegoliamo.it)

Da ormai parecchi anni, soprattutto con l’avvento della musica trap, non si fa altro che parlare dell’autotune, questo sistema che, detto in parole povere, rende la voce “robotica” ed in un certo qual modo “metallica”. Nella realtà dei fatti, però, questo software è uno strumento che veniva utilizzato già tantissimi anni fa: già dagli anni ’80 circa, infatti, in sala registrazione, i fonici e ingegneri del suono ritoccavano con il computer le voci dei cantanti, seppur in maniera minima, con l’obiettivo di essere più presentabili ed in un certo qual modo perfette per il disco.

Ad oggi, oltre a questa funzione, che ovviamente è rimasta, l’autotune sembra essere diventata una vera e propria moda, quasi un tratto stilistico di un cantante anche se, non va dimenticato, il suo utilizzo era un altro. In realtà l’obiettivo è quello di armonizzare i medi, ma non solo: con la tecnologia di oggi, infatti, si sono fatti degli enormi passi avanti, con la diretta conseguenza che, di fatto, ormai questi sistemi sono in grado di regolare il tono di voce che viene emesso dal microfono per renderlo intonato automaticamente.

Anche se in tantissimi credono si tratti soltanto di un tratto stilistico, nella realtà dei fatti non è così: serve, infatti, ad evitare che si sentano le imperfezioni dettate, magari, da un canto non particolarmente esaltante, ma semplicemente andando a lavorare su frequenze “storte” cercando di metterle a posto, per farle tornare intonate.

Autotune, che cos’è e come funziona? Ecco a cosa serve per davvero

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Ecco a che cosa serve per davvero l’autotune nelle canzoni: non è per ciò che pensano tutti (Spettegoliamo.it)

Ad oggi soprattutto i cantanti trap ne hanno fatto un vero e proprio tratto stilistico, con il Festival di Sanremo che, anche sotto questo punto di vista, non ne è stato esente: da Geolier a Lazza, passando per Fasma a Fred De Palma: anche il “sacro” palco dell’Ariston è stato invaso da questo software, ma chi vi scrive non pensa che sia necessariamente un male. Semplicemente, sono i tempi che corrono: ad oggi, del resto, è stato sdoganato pubblicamente, come del resto è anche normale che sia.

Insomma, se pensavate che l’autotune fosse soltanto un tratto stilistico di un cantante, come è stato spesso detto ultimamente, vi sbagliate di grosso.

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